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Unicredit inizia a muoversi sull'aumento. Un titolo da comprare?

La buona intonazione mostrata oggi da Piazza Affari viene sfruttata soprattutto dai titoli del settore bancario e tra gli altri viaggia in positivo anche Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) . Il titolo, dopo aver lasciato sul parterre circa quattro punti e mezzo percentuali ieri, risale la china oggi, passando di mano a 1,94 euro, con un rialzo del 3,14%, dopo aver segnato un massimo intraday a 1,95 euro. Vivaci i volumi di scambio visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 151 milioni di azioni, già al di sopra della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 97 milioni di pezzi.

Unicredit paga l'incertezza legata al referendum

Dopo quattro sedute consecutive al ribasso Unicredit risale la china e resta tra i sorvegliati speciali di Piazza Affari in vista del referendum di domenica prossima.
Il mercato sta già scontando una vittoria del no che potrebbe avere degli effetti piuttosto negativi in particolare sul settore bancario, stando anche all'allarme lanciato non più tardi di ieri dal Financial Times.
Il pericolo è che una crisi del sistema politico possa costringere a rinviare le azioni di risanamento, di vendita e di rafforzamento patrimoniale che interessano alcuni gruppi del settore bancario.

I rumors di stampa sull'aumento di capitale

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Tra questi c'è anche Unicredit che dovrà fare i conti con un aumento di capitale da 13 miliardi di euro, ben più corposo di quello di Banca Monte Paschi. Stamattina il Messaggero scriveva che si starebbe costituendo il consorzio di garanzia per la ricapitalizzazione della banca. L'ammontare è confermato a 13 miliardi di euro, da cui però saranno detratti i cash in dalle cessioni e le adesioni allo swap sulle obbligazioni.

Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbero state recapitate le lettere di invito a nove grandi banche internazionali candidate a far parte del consorzio di garanzia, cinque al primo livello e quattro al secondo. Tra le italiane c'è solo Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) che insieme a Jp Morgan è impegnata nella manovra di rafforzamento di Banca Monte Paschi.

Unicredit starebbe cercando anche azionisti stabili e tra i nomi contattati ci sarebbe Andrea Bonomi. Il Messaggero aggiunge che l'AD Mustier si attende la firma del contratto di pre-garanzia per il Cda del 12 dicembre, chiamato ad approvare il nuovo piano industriale triennale che sarà presentato il giorno dopo a Londra.

La view delle banche d'affari sul titolo

In attesa di novità gli analisti di Equita SIM non cambiano idea su Unicredit, mantenendo invariata la raccomandazione "hold", con un prezzo obiettivo a 2,7 euro.

Negativo invece il giudizio espresso ieri da Barclays (Londra: BARC.L - notizie) che invita a sottopesare il titolo in portafoglio, con un target price tagliato da 2,5 a 2 euro. Il broker segnala che il management della banca ha un'agenda fitta tra cessioni di attività, aumento di capitale e ristrutturazione dei crediti non performanti.

L'appuntamento è per il 13 dicembre quando sarà svelato il nuovo piano strategico e secondo gli analisti la ristrutturazione deve portare ad un capitale più forte, ad una migliore qualità del credito e a migliori ritorni, post cessioni.
In attesa di conoscere i pilastri del nuovo business plan, gli esperti di Barclays hanno deciso di rivedere al ribasso le stime sull'utile per azione di Unicredit, tagliandole da 0,38 a -0,56 euro per quest'anno e da 0,45 a 0,34 euro per il prossimo.

Bullish la strategia di Jefferies che ieri ha confermato la raccomandazione "buy" sul titolo, con un fair value a 3 euro. Gli analisti si aspettano ulteriore volatilità per Unicredit in vista del referendum di domenica prossima, ma guardano con fiducia al nuovo piano industriale che offrirà al gruppo l'occasione di risolvere i suoi problemi.
A detta di Jefferies il miglior modo per garantire un recupero consistente del titolo è dato da una decisa pulizia sul fronte della qualità dell'attivo.

Infine, un invito all'acquisto arriva anche da Icbpi che su Unicredit mantiene fermo il prezzo obiettivo a 2,9 euro.
Con riferimento alle ultime indiscrezioni riportate dalla stampa polacca secondo cui la vendita di Bank Pekao da parte di Unicredit sarebbe alle battute finali, gli analisti fanno sapere di non attendersi novità prima del Capital Markets Day del 13 dicembre, quando il management svelerà il nuovo piano industriale del gruppo.

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