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Zona euro, crescita economica su trimestre arriva a zero a fine 2022

Il logo dell'euro davanti alla sede della Banca centrale europea (Bce) a Francoforte sul Meno

BRUXELLES (Reuters) - La zona euro non è riuscita a registrare alcuna crescita su base trimestrale negli ultimi tre mesi del 2022.

Lo ha comunicato Eurostat, dopo aver rivisto lievemente al ribasso i dati relativi alla crescita del Pil e dell'occupazione, nonostante quest'ultima sia rimasta forte.

La crescita economica della zona euro è stata pari a zero nel quarto trimestre rispetto al terzo e dell'1,8% rispetto a un anno prima, si legge nel comunicato dell'agenzia. Questo si raffronta con le stime flash pubblicate il 14 febbraio, che davano lo 0,1% e l'1,9%.

Le revisioni hanno comunque confermato che la zona euro ha evitato per poco la recessione tecnica prevista in precedenza.

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Grecia, Malta e Cipro hanno registrato una crescita trimestrale superiore all'1%, mentre per Germania, Estonia, Italia e Lituania c'è stato un calo.

Secondo Eurostat, la spesa pubblica ha contribuito per 0,2 punti percentuali, la variazione delle scorte per 0,1 punti e il commercio netto per 1,0 punti. La spesa delle famiglie e gli investimenti fissi lordi sono stati invece voci negative.

Eurostat ha anche rivisto al ribasso il dato sulla crescita dell'occupazione nella zona euro, portandolo allo 0,3% trimestre su trimestre rispetto allo 0,4% precedentemente riportato. Il dato su base annua è stato dell'1,5%, in linea con le stime precedenti.

Ciò ha portato il numero totale di occupati a 165 milioni, 3,6 milioni in più rispetto alla fine del 2019, poco prima dello scoppio della pandemia Covid-19.

La forte crescita dell'occupazione evidenzia la tensione del mercato del lavoro e segnala un problema per la Bce, nella sua lotta per riportare l'inflazione al 2% dal territorio a due cifre registrato lo scorso autunno.

Ci si aspettava che una recessione facesse aumentare il tasso di disoccupazione, raffreddando il mercato del lavoro e tenendo sotto controllo i salari. Ma le aziende, che hanno faticato a assumere nuovamente in seguito alla pandemia, sembrano tenersi stretto il personale anche durante un rallentamento economico.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)