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Bitcoin, festa rovinata: uno schiaffo di Tokyo ferma il rimbalzo

Un presunto "richiamo" in arrivo da parte delle autorità giapponesi contro uno dei principali exchange mondiali di criptovalute manda di nuovo in rosso il Bitcoin, interrompendo il buon rimbalzo messo a segno negli ultimi giorni in scia all'orientamento attendista sul "dossier regolamentazione" emerso al G20 di Buenos Aires.

Bitcoin e altcoins giù

La moneta capofila, ieri salita sopra i 9mila dollari dopo un rally di quasi il 25% da domenica scorsa, arretra di oltre il 4% riportandosi verso gli 8.600 dollari, mentre registrano perdite generalizzate con l'eccezione di EOS (+9,18%) anche tutte le altre principali cryptocurrencies (Ethereum -4,34%, Ripple -4,01% Bitcoin Cash -1,45%, Litecoin -3,14% Cardano -6,61%).

Fsa contro Binance?

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A far partire i ribassi di oggi alcune indiscrezioni del quotidiano giapponese Nikkei, secondo cui la Financial Services Agency, l'autorità di sorveglianza dei servizi finanziari del Paese asiatico, starebbe preparando un richiamo formale - premessa per possibili misure più severe - contro Binance, l'exchange fondato nel 2017 dal cinese Zhao Changpeng e diventato in pochi mesi numero uno al mondo per volumi di scambio.

Secondo il report della testata, il "rimprovero" alla società, che nell'autunno scorso ha spostato il suo quartier generale a Hong Kong e aperto degli uffici a Tokyo per sfuggire alla dura repressione del settore avviata dal governo di Pechino, sarebbe quello di aver continuato ad operare in Giappone e di aver anzi allargato le sue attività, attraendo un gran numero di clienti con commissioni vantaggiose per i suoi servizi di trading, senza aver ottenuto alcun accreditamento ufficiale da parte della stessa FSA.

Binance avrebbe inoltre irritato Tokyo rifiutandosi di verificare le identità dei clienti che aprono i loro account sul sito, un segnale di scarse garanzie sui controlli dell'exchange per prevenire l'uso della compravendita anonima di currencies digitali per scopi criminali.

La replica di Binance

Una risposta stizzita è però nel frattempo arrivata direttamente dal CEO di Binance attraverso un messaggio su Twitter (Francoforte: A1W6XZ - notizie) .

"Il Nikkei ha mostrato un giornalismo irresponsabile. Stiamo intrattenendo un dialogo costruttivo con la FSA giapponese, e non abbiamo ricevuto alcuna direttiva. Non ha alcun senso che l'FSA parli con un giornale prima di parlare con noi, mentre abbiano un dialogo attivo con loro", scrive Zhao Changpeng, che nel gennaio scorso aveva annunciato in un'intervista a Bloomberg News di avere già inoltrato la richiesta di una licenza per essere inserito tra gli operatori accreditati per gli scambi in Giappone.

Nikkei showed irresponsible journalism. We are in constructive dialogs with Japan FSA, and have not received any mandates. It does not make sense for JFSA to tell a newspaper before telling us, while we have an active dialog going on with them.


— CZ (not giving crypto away) (@cz_binance) March 22, 2018 Tokyo cambia direzione

Anche se nessun commento è invece finora arrivato dalla FSA, l'avvertimento sarebbe se confermato da inquadrare nel nuovo e più severo atteggiamento assunto dai regolatori giapponesi dopo il caso Coincheck, l'attacco informatico a un altro operatore nipponico che ha subìto a gennaio il furto di milioni di esemplari di un'altra meno nota moneta digitale per un valore di oltre 438 milioni di euro; un incidente che aveva sollevato numerose polemiche in un Paese che ha fatto discutere molto per il suo atteggiamento fin troppo permissivo verso la famiglia del Bitcoin.

Al secondo posto al mondo per volumi di scambio di criptovalute, il Giappone è infatti il primo Paese ad aver fornito una specie di riconoscimento ufficiale del nuovo mercato valutario digitale, organizzando nell'aprile scorso il primo sistema di controllo nazionale delle società che forniscono servizi di compravendita di cryptocurrencies, con l'obiettivo dichiarato di contrastarne gli usi illegali senza però tagliare le gambe a un'industria considerata promettente.

Un approccio soft messo in crisi però in diverse occasioni nei mesi scorsi, tanto che proprio il Giappone è stato uno dei Paesi che hanno spinto per inserire il tema della prevenzione degli usi illegali di criptovalute al G20 argentino di questa settimana, non a caso finito anche nel documento congiunto diramato a conclusione dei lavori.

Si prepara un'estate calda per il Bitcoin?

I 20 Grandi hanno infatti sottolineato nel comunicato finale che i nuovi strumenti finanziari digitali sollevano numerosi interrogativi relativi a "protezione dei consumatori e degli investitori e utilizzo per scopi criminali, integrità del mercato, evasione fiscale, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo", riservandosi secondo quanto emerso dalle dichiarazioni a margine del vertice che decisioni su queste materie arriveranno molto probabilmente nella riunione della prossima estate.

Sarà in quell'occasione, secondo quanto ha dichiarato il Governatore della Banca Centrale argentina, Federico Sturzenegger, che i membri del G20 forniranno "specifiche raccomandazioni su come agire", in attesa che i vari organismi deputati alla definizione degli standard finanziari internazionali (SSB) forniscano delle proposte nelle rispettive aree di competenza.

Un invito in questa direzione è stato rivolto in particolare al Gruppo d’azione finanziaria (Gafi), l’organismo intergovernativo che promuove politiche a protezione del sistema finanziario globale contro i crimini transfrontalieri, e che avrà il compito di fissare gli standard comuni per combattere l'uso di criptovalute in attività come riciclaggio (AML), finanziamento del terrorismo (CFT) ed evasione fiscale.

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