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Eni, aumenta rosso trimestre a 480 mln, pesano mini petrolio e Val d'Agri

MILANO (Reuters) - Eni chiude il terzo trimestre con un risultato netto adjusted (senza le componenti straordinarie) in rosso per 480 milioni di euro, in peggioramento rispetto al rosso di 130 milioni dello stesso periodo 2015. A pesare sui conti essenzialmente il minor risultato della divisione E&P per effetto della debolezza del prezzo del petrolio e dell'impatto della fermata produttiva in Val d'Agri, riavviata a metà agosto, in parte attenuata dalla crescita delle produzioni in altre aree.

Il consensus fornito dalla società indicava un netto adjusted negativo per 0,07 miliardi.

Il titolo sta soffrendo in Borsa e, intorno alle 9,40, cede l'1,7% a 13,52 euro, a fronte dell'indice oil and gas europeo che cede l'1,2%. Secondo il daily di Banca Imi, "il titolo potrebbe reagire negativamente a questi dati e non escludiamo il rischio di un potenziale taglio del dividendo che potrebbe pesare sul prezzo delle azioni".

Secondo una nota, l'utile operativo adjusted nel trimestre è positivo per 0,26 miliardi, in contrazione del 66% rispetto al terzo trimestre 2015.

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Nei nove mesi la perdita netta è pari a 1,39 miliardi di euro, che si confronta con un risultato positivo di 500 milioni nei primi nove mesi del 2015. Oltre al calo dei prezzi e dei margini delle commodity energetiche, il risultato risente anche di un aumento della tassazione, rileva la major.

"Le strategie e gli obiettivi di gruppo, comprese le cessioni, restano confermati", ha detto l'AD, Claudio Descalzi nella nota. La società sta riducendo del 20% gli investimenti nel 2016 rispetto all'anno precedente.

La produzione è pari a 1,71 milioni di barili/giorno nel trimestre, +0,4% (+0,5% nei nove mesi), +2,2% (+1,6% nei nove mesi) se si escludono il fermo in Val d'Agri, operazioni di portafoglio e l'effetto prezzo dei contratti petroliferi. Per l'anno, il livello produttivo è confermato stabile rispetto al 2015 nonostante il fermo di Val d'Agri e grazie alla stabilizzazione di Goliat e al riavvio del Kashagan.

A livello di singole divisioni, il calo della materia prima (-9% il riferimento Brent; -29% il prezzo di realizzo del gas) penalizza l'E&P, che registra un utile operativo in contrazione del 30% a 644 milioni. Il Gas & Power resta in rosso per 374 milioni, ma in miglioramento del 20% rispetto all'analogo periodo 2015. Cresce meno il Refining and marketing a 175 milioni da 335 milioni del terzo trimestre 2015 (-48%), per effetto di uno scenario margini di raffinazione e delle commodity meno favorevole rispetto all’anno precedente e della pressione competitiva, spiega il comunicato.

Infine l'indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2016 è pari a 16,01 miliardi, con una riduzione di 0,86 miliardi rispetto al 2015. Rispetto al 30 giugno scorso, l'indebitamento evidenzia un incremento di 2,19 miliardi. Il flusso di cassa netto da attività operativa del terzo trimestre è stato di 1,33 miliardi, in flessione del 19%.

(Giancarlo Navach)