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Pensioni, quei 7 milioni all'anno che lo Stato eroga ai preti secolari

I preti secolari? Godono di un contributo statale che costa alle nostre casse quasi 8 milioni di euro all’anno. Lo segnala “Today”, che sottolinea come i 14mila sacerdoti in pensione, fin dal 1973, percepiscano parte del loro vitalizio dallo Stato. Denaro, questo, che affluisce in un fondo apposito dell’INPS, il quale, secondo il ministro del Lavoro Poletti, ha registrato nel 2013 un buco di 2,2 miliardi.

Il fondo è alimentato dai contributi annuali versati dagli iscritti, ma da decenni, ormai, lo Stato italiano alimenta le casse con altro denaro. Questo fondo eroga pensioni di vecchiaia, di invalidità e ai superstiti, ma i contributi non sono corrisposti né in misura fissa né con sistema retributivo, né con sistema contributivo, bensì con un fisso che parte da una misura minima. Mediamente, il fondo eroga 1000 euro al mese ai preti secolari, che, sottolinea l’INPS, nel 72% dei casi godono anche di altri trattamenti previdenziali. Se le pensioni fossero erogate con un sistema contributivo, oltre e il 60% di esse scenderebbe di più del 50%.

Come spiega lo stesso INPS, nel 2015 il rapporto tra contributi e prestazioni del fondo è stato d’altra parte di 1 a 3: "Nonostante il rapporto iscritti/pensionati sia sempre ben superiore all’unità (1,45 nel 2015)”, scrive l’Istituto, “la gestione è costantemente in passivo, riportando risultati economici annuali negativi compresi tra 56 e 115 milioni di euro nel periodo 2002-2015 ed un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 miliardi di euro nel 2015. La ragione di questo andamento risiede fondamentalmente nello squilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate (nel 2015 il rapporto contributi/prestazioni è di 1 a 3)".