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Trova nel cassetto 37 milioni di lire, per la Banca sono carta straccia

Il primo gennaio del 2002 l'euro è ufficialmente entrato nelle nostre vite. Il 28 febbraio dello stesso anno si è conclusa la fase della doppia circolazione della moneta unica e della cara vecchia lira, che ha cessato di avere corso legale dal primo marzo 2002.

Non ci poteva credere. Avvolti in carta da pacchi. dentro uno scrittoio, c’erano parecchie banconote da 100 mila lire. La signora Angela Vargas, di Genova, sistemando i vecchi arredi appartenuti alla mamma, morta a 90 anni, ha trovato un piccolo tesoro: 37 milioni di lire. Dalla gioia alla delusione, in un attimo. “Non valgono più nulla, i termini per la conversione in euro sono scaduti”, dicono dalla Banca d’Italia.

“Quando è morta - racconta al Corriere della Sera la nipote Luisa - la nonna Agostina ha lasciato soldi dappertutto: nella biancheria, dentro un cuscino, in una scatola di scarpe”. Denaro risparmiato con duri sacrifici e nascosto in casa, sotto al materasso, come si faceva una volta. Altro che investimenti in banca. “Abbiamo parlato con un funzionario della sede di Roma della Banca d’Italia - spiega la signora Angela - ma ci ha detto che i termini per convertire le lire in euro erano scaduti, che non potevano fare più nulla”.

La legge prevede il termine utile di 10 anni per cambiare le vecchie lire con gli euro. Termine ultimo scaduto nel febbraio 2012. La signora Angela si è rivolta ad uno studio legale specializzato in casi come questi: “La Cassazione, del tema del recupero crediti, stabilisce che il termine decennale deve partire dal momento in cui il titolare può far valere il proprio diritto, in questo caso da giugno”, commenta l’avvocato Luca Marino. Se il giudice di pace dovesse dare il via libera al cambio tardivo lira-euro, tornerebbero a sperare molti italiani: circa 4 miliardi e 650 milioni di lire sono custodite forzatamente in casa.