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Il Ftse Mib resta in laterale: ecco quando lo scenario cambierà

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Antonello Marceddu, trader di Tag Group, al quale abbiamo rivolto alcune domande sui principali indici azionari, con una particolare attenzione rivolta a Piazza Affari.

Nell'ultima intervista aveva prospettato la possibilità di nuovi ribassi a Piazza Affari dove il Ftse Mib di fatto è sceso fino ad area 21.500, per poi avviare un recupero. Alla luce degli ultimi movimento cosa si aspetta nel breve?

Siamo ancora in una fase di forte congestione e lateralizzazione per il Ftse Mib che, dopo una falsa rottura al rialzo che lo ha visto spingersi fino alla soglia dei 24.000 punti, vede ora il suo fair value tra i 22.000 e i 22.500 punti.
Si registra una mancanza totale di direzionalità, presente solo nell'intraday, e il mercato dovrà ora andare a verificare le chiusure di un po' di gap sparsi per strada.

Uno potrebbe essere chiuso anche nella sessione odierna e mi riferisco a quello della seduta dell'1 marzo quando il Ftse Mib ha chiuso a 22.448 punti, per poi aprire gli scambi il giorno dopo a 22.283 punti.
Ricordo che per me un gap è da considerarsi chiuso quando il corpo della candela occupa tutto lo spazio tra l'apertura e la chiusura delle due sessioni di riferimento.

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Il Ftse Mib potrebbe continuare a vivere una fase di lateralizzazione, fermo restando che il mercato ha bisogno di nuova direzionalità. Nella seduta di lunedì scorso si è creata una falsa rottura al ribasso, abbondantemente recuperata nella stessa giornata, senza che questo però abbia creato direzionalità.

Siamo in fase laterale e questo è quanto il grafico del nostro indice ci sta raccontando, motivo per cui chi opera nel multiday deve attendere un'enfasi del mercato che al momento manca.
Anche l'Eurostoxx50 e l'S&P500 sono in fase laterale e si trovano in un uno stato valutativo, in attesa di spunti che permettano di dare una certa direzione ai listini.

Per il Ftse Mib avremo movimenti più decisi al di sopra dei 22.800 punti e al di sotto dei 21.500, ma fino a quando i corsi si manterranno all'interno di questo range, a livello intraday potremmo anche vedere delle direzionalità di brevissimo, ma per il resto dovremo attendere, mantenendo nel frattempo una posizione flat sul mercato.

Dall'inizio di marzo l'euro-dollaro ha imboccato nuovamente la via dei guadagni riportandosi in area 1,24. La moneta unica si apprezzerà ancora rispetto al biglietto verde?

Mi aspetto che l'euro continui a mostrare forza nei confronti del dollaro, anche perchè il cambio ha avuto un'apertura mensile con un bel pattern grafico, creatosi dopo la falsa rottura dei due giorni precedente l'1 marzo.
Il pattern di cui parlavo poc'anzi è un engulfing bullish e potrebbe spingere l'euro-dollaro sui massimi del mese scorso in area 1,255. Al raggiungimento di tale soglia si potrebbe disegnare una sorta di triplo massimo, salvo una perforazione dells stessa.

C'è da dire che domani è in agenda l'appuntamento con la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) e venerdì saranno diffusi i dati sul lavoro Usa, per poi spostare l'attenzione prima di fine marzo sul meeting della Fed. Si tratta di eventi che potranno impattare in un senso o nell'altro sull'andamento dell'euro-dollaro, quindi si tratta di market movers importanti che possono fare ancora il bello e il cattivo tempo.

In sintesi potremmo anche assistere ad ulteriori allunghi dell'euro-dollaro verso quota 1,255 e forse anche oltre, ma invito a fare molta attenzione all'eventuale ribasso, anche veloce, che potrebbe seguire ad un'evoluzione di questo tipo.

Il petrolio non è riuscito a spingersi oltre area 64 dollari a fine febbraio, scendendo circa 2 dollari più in basso. Si aspetta ulteriori apprezzamenti nel breve?

In diverse occasioni ho dichiarato che l'area dei 50 dollari sarebbe il fair value del petrolio, anche se tale livello è stato abbondantemente superato. I livelli attuali potrebbero rappresentare una di comfort per l'oro nero, anche se a mio avviso si tratta di valori eccessivi per alcuna realtà economiche, compresa quella domestica.

La mia idea è che non appena il mercato vede che il petrolio inizia a tirare su la testa, provano ad ancorarlo da qualche parte, perchè tutti si rendono conto che l'aumento delle quotazioni sarebbe puramente speculativo e non riconducibile alla realtà economica.

Non escludo che possano esserci nuovi ribassi per l'oro nero, specie in caso di mancato superamento dei 64 dollari al barile, con primo approdo in area 60 dollari al barile.

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