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Jim Rogers ha paura: in arrivo il peggior mercato orso di sempre

Debiti, troppi, e non solo nelle società occidentali, ma anche in quelle cosiddette emergenti.

Il caso

Questo, a detta del leggendario investitore Jim Rogers, sarà la prossima pietra d'inciampo per i mercati internazionali. Ma mentre le grandi compagnie riusciranno a sopravvivere grazie anche alal loro potenza, a rimetterci saranno i piccoli investitori; in particolare si tratta di tutti quelli che hanno deciso, in tempi non sospetti, di esporsi sugli ETF che replicano Wall Street, strumenti che, a detta di Rogers, sono quelli che poi collassano più facilmente degli altri, proprio perchè sono in mano a troppe persone. I numeri sembrano effettivamente dargli ragione: rilevazioni FacSet evidenziano che ad agosto del 2017 negli ETF sono confluiti circa 31 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali indirizzati verso solo 10 fondi. Una polarizzazione troppo concentrata che va contro la regola aurea della diversificazione.

La soluzione?

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Puntare su azioni e bond che non sono state inglobate dal sistema degli ETF e, per quanto riguarda i mercati internazionali, non abbandonare la Cina. Ovviamente Rogers conferma quello che da sempre è il suo primo, grande amore, l'oro. Un investimento sul quale, paradossalmente, è meglio ancora non procedere. Il motivo? Troppo popolare tra gli investitori.Guardando ai settori, invece quello che è in costante e soprattutto immotivato ribasso è l'agricoltura: in calo del 30% negli ultimi 20 anni, solo adesso sta iniziando a vedere una possibile rivalutazione che nasce da un concetto preciso e cioè quello del cambiamento climatico e della costante desertificazione. In altre parole il messaggio è chiaro ed è quello che già proclamava Mark Twain e che ha apprezzato in tempi non sospetti anche Warren Bufffett: comprate terra perchè presto non ce ne sarà più. E quella non può essere fabbricata.


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