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Saipem, Eni punta a deconsolidare debito per separare struttura finanziaria

L'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi il 22 aprile a Houston, Texas, Usa. REUTERS

MILANO (Reuters) - L'Ad di Eni, Claudio Descalzi, ribadisce l'intenzione della major petrolifera di deconsolidare il debito di Saipem, di cui controlla il 43% del capitale, ma su tempistica e modi non si sbilancia.

"Per quanto riguarda Saipem c'è scritto su tutti i giornali e bisognerebbe chiederlo a loro. Chiariamente Saipem è un gioiello per l'Italia ed è un'azienda estremamente completa che copre tutti i campi dell'energia", ha spiegato nel corso del 15esimo energy summit.

Poi ha aggiunto: "Quello che avevamo sempre detto è che volevamo deconsolidare il debito perché avere il 100% di una società che si controlla al 43% è fittizio perché la società lavora per i nostri competitor ed è quindi più sano che ogni abbia la propria struttura finanziaria. Non vogliamo uscire da Saipem, ma vogliamo metterci in una situazione corretta dove ognuno gestice e controlla le sue finanze".

Alla domanda se un annuncio sarà fatto in occasione del piano industriale di Saipem il prossimo 27 settembre, Descalzi si è limitato a dire che "quello è il piano industriale di Saipem".

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Secondo alcune fonti, per deconsolidare il debito di Saipem pari a 5,5 miliardi di euro, ci sarebbero diverse opzioni allo studio: la possibilità che Eni ceda una quota intorno al 15-20% di Saipem alla Cdp e successivamente un aumento di capitale non inferiore ai 3 miliardi non sottoscrito da Eni oppure il lancio di una ricapitalizzazione a cui Eni non parteciperebbe.

(Giancarlo Navach)

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