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Cina, nuovo crollo dei mercati nonostante le misure di Pechino

Sembrava che l’intervento di Pechino fosse bastato: i fondi di stabilizzazione, il divieto di vendite allo scoperto, i titoli sospesi dagli scambi… E invece, dopo tre settimane di calma apparente, l’esplosione di una nuova “bolla” getta nel panico i mercati finanziari cinesi. Lunedì i principali indici dell’ex Impero celeste hanno perso entrambi oltre 8 punti percentuali. “Nonostante le recenti misure prese dalla banca centrale per stabilizzare i mercati, la percezione diffusa è che non abbiano avuto effetto. Con il crollo di oggi le persone si ricorderanno dei recenti cali”, afferma Huang Cendong di Guojin Securities. Dopotutto, l’ultima frenata è stata tragica ed è ancora ben stampata nella memoria delle persone. Per cui, nel breve termine, queste percezioni diffuse potrebbero far fluttuare molto il mercato”, aggiunge. I ribassi (andati oltre la semplice reazione ai dati sottotono sull’economia cinese) hanno influenzato le altre borse: Tokyo e Hong Kong hanno chiuso in negativo e l’ondata di pessimismo ha investito anche l’apertura delle piazze europee. “La Cina è vitale per l’economia mondiale. Se le cose continuano così la sua banca centrale si metterà anch’essa a comprare azioni”, commenta Robert Halver di Baader Bank. “La Cina non può indebolirsi. Se succederà, l’intera economia mondiale finirà nei guai, facendo sembrare la crisi greca uno scherzo a confronto”, conclude Per alcuni l’intervento di Pechino è esso stesso il problema. C‘è invece chi sostiene che le perdite di giugno abbiano traumatizzato gli investitori, in un meccanismo di paura che genera altra paura.