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Greggio ritraccia da massimi di due anni, focus su colloqui Iran

Serbatoi di petrolio greggio presso l'hub di Cushing

LONDRA (Reuters) - Il greggio è in calo dopo aver toccato i massimi di due anni nel corso della sessione, con forti pressioni per il possibile aumento delle esportazioni dall'Iran, sebbene la ripresa della domanda e i tagli dell'Opec+ garantiscano sostegno ai prezzi.

La domanda è in fase di rimbalzo negli Stati Uniti e in Europa in seguito al graduale ritiro delle restrizioni contro il Covid-19. Altri segnali positivi giungono dall'allentamento delle misure di lockdown in India e dagli accordi dell'Opec+, che manterrà i tagli alla produzione già concordati per tutto luglio.

Alle 10,45 i futures sul Brent cedono 52 centesimi, o lo 0,7%, a 71,37 dollari al barile, dopo aver toccato in precedenza i 72,27 dollari, massimo da maggio 2019. I futures sul greggio Usa hanno raggiunto i 70 dollari al barile per la prima volta da ottobre 2018, ritracciando però in seguito e scambiando ora a 69,15 dollari, in calo di 48 centesimi o dello 0,7%.

"Le preoccupazioni principali derivano dal ritorno sul mercato dei barili di greggio iraniano, anche se non credo che ci sarà un accordo prima delle elezioni presidenziali", ha affermato Avtar Sandu, senior commodities manager presso Phillips Futures a Singapore. Le elezioni saranno il 18 giugno.

L'Iran e le potenze mondiali avvieranno la quinta tornata di colloqui il 10 giugno a Vienna, in cui Washington potrebbe ritirare le sanzioni sulle esportazioni di greggio di Teheran.